L’area dove sorge Isernia è stata abitata dall’uomo sin dall’era paleolitica: i primi insediamenti, risalgono ad almeno 700.000 anni fa. Anche le origini dell’agglomerato urbano sono molto antiche, ma allo stato attuale non è possibile stabilirne una datazione certa.
La città fu sotto il dominio sannita fin dal V secolo a.C. Grazie alla sua posizione strategica, il suo controllo fu uno dei punti cruciali durante le guerre sannitiche. Nel 264 a.C. divenne colonia latina e nel 209 a.C. rimase fedele a Roma nella seconda guerra punica. Durante la Guerra sociale, nel 90 a.C. Isernia fu occupata dagli italici dopo un lungo assedio e divenne la loro capitale. Cadde alla fine della guerra per mano di Silla, che la rase al suolo.
Negli anni successivi, vari imperatori, da Cesare a Nerone, promossero un piano di ripopolamento inviando colonie nei territori ove sorgeva la città. Ai tempi di Traiano, Isernia venne elevata al rango di Municipio; in quel periodo, venne anche costruito il Capitolium.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, Isernia venne distrutta nel 456 dai Vandali e per ben tre volte dai Saraceni, negli anni 860, 882 e 883.
Nel VII secolo, i Longobardi del ducato di Benevento ne promossero la rinascita con la costruzione di opere pubbliche. Successivamente, durante il dominio normanno, nel quale faceva parte della contea di Molise, subì una fase di decrescita: la sua diocesi fu unificata con quelle di Venafro e Bojano. Inoltre, nel 1199, fu saccheggiata da Marcovaldo di Annweiler. Nel XIII secolo, la città rinacque ancora, grazie a Federico II.
Tra il XIV e il XVI secolo Isernia alternò periodi di relativa autonomia come città del demanio regio a fasi di infeudamento. Nel 1476 la città venne donata da re Ferdinando I di Napoli alla consorte Giovanna di Trastámara. Nel 1519 Isernia fu infeudata a Guglielmo di Croÿ, ciambellano dell’imperatore Carlo V. Tramite decreto datato 1521 Isernia venne nuovamente riammessa nel demanio regio. Isernia rimase per tutto il XVI secolo l’unica città demaniale del Contado di Molise. Nel 1638 essa venne tuttavia posta in vendita, venendo acquistata dal duca di Montenero, Carlo Greco nel 1643 dopo una serie di infruttuosi tentativi da parte dell’universitas di Isernia di preservare la propria autonomia. Il duca di Montenero nel 1644 rivendé Isernia a Diego d’Avalos, al quale venne conferito il titolo di Principe sul feudo. I d’Avalos tennero Isernia per circa un secolo, salvo una breve parentesi iniziata nel 1698, quando Cesare Michelangelo d’Avalos la cedette a Fulvio Costanzo, principe di Colle d’Anchise, nella cui titolarità rimase sino al 1712. A causa di una serie di contrasti con le autorità cittadine il Costanzo preferì infatti cedere Isernia nuovamente a Cesare Michelangelo d’Avalos per 57.400 ducati. Alla morte di Cesare Michelangelo, avvenuta nel 1729, il suo erede designato, Giovan Battista d’Avalos accettò l’eredità gravata da enormi debiti dello zio con beneficio d’inventario. Nel 1733 si ebbe la confisca dei beni al Regio Fisco e dunque il relativo apprezzo. Ciò consentì alla città di riscattarsi e rientrare nel demanio regio, giungendo nel 1742 ad un accordo con i creditori del d’Avalos ed impegnandosi a pagare la somma di 43.000 ducati.
Alla fine del XVIII secolo, era la città più popolosa del Contado di Molise. Oppose resistenza ai francesi nel tentativo di conquista del Regno di Napoli, così come oppose resistenza anche nel 1860, in virtù della reazione borbonica contro i Piemontesi. I piemontesi ordinarono anche a Isernia fucilazioni sommarie in cui secondo uno scritto del tempo (1861) lo scontro “costò 1245 vittime tra guardie nazionali, liberali, reazionari e soldati delle due armate belligeranti”.
Nel giorno 10 settembre 1943, durante la Seconda guerra mondiale, Isernia subì un pesantissimo bombardamento da parte degli alleati, che rase al suolo quasi un terzo dell’abitato e provocò la morte di un numero altissimo di persone. Uno studio del 2007, a cura dell’Archivio di Stato di Isernia, evidenzia come i morti in totale durante tutti i giorni di bombardamenti, furono in realtà 489. A causa dei danni causati da questi e da altri bombardamenti, verso la metà del XX secolo si pose in atto un piano di rinascita della città, che prevedeva anche lo sviluppo nella zona più a nord.
Nel 1957, dopo la divisione dell’Abruzzi e Molise, cominciò a prendere piede l’ipotesi dell’istituzione della provincia di Isernia. Il Parlamento, però, rinviò qualsiasi decisione al riguardo. Il fallimento del processo di istituzione della provincia scatenò una protesta nella città, caratterizzata da cortei di operai e studenti; la protesta, poi, sfociò in una serie di rivolte cittadine, culminate con blocchi stradali e violenti scontri con le forze dell’ordine, con feriti e arresti. Il 1957 e 1958 furono gli anni ricordati a Isernia come ‘della violenza sociale’. Il 16 febbraio 1970 il Parlamento sancì l’istituzione della nuova provincia che divenne operativa il 3 marzo 1970.
Fonte: Wikipedia